Il venditore di Armi by bruno

Il venditore di Armi by bruno

autore:bruno [Bruno]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-10-22T21:02:04.126000+00:00


«Sono in affari» disse Murdah «con un certo gruppo di persone.»

Adesso era di fronte a me, le mani aperte nel gesto alla “benvenuto nella mia visione” che piace tanto ai politici dei nostri giorni. Io stavo sul divano. Per il resto, poco era cambiato, salvo il fatto che qualcuno cuoceva bastoncini di pesce nei paraggi. Un odore che non aveva diritto di cittadinanza lì.

«Quelle persone» continuò «sono, in molti casi, miei amici. Uomini coi quali ho concluso affari per molti, molti anni. Si fidano di me, mi considerano affidabile. Mi capisce?»

Chiaramente, non mi chiedeva se capissi quel particolare rapporto. Voleva solo sapere se concetti come fiducia e affidabilità avessero ancora un significato dove vivevo io. Annuii per comunicargli che sì, ero perfettamente in grado di pronunciare quelle parole.

«Come atto d’amicizia nei confronti di queste persone, ho corso un certo rischio. Il che per me è raro.» La ritenni una battuta, così sorrisi, e lui parve soddisfatto. «Ho garantito in prima persona la vendita di una certa quantità di merce.» Si interruppe e mi guardò, in attesa di una reazione. «Lei è al corrente della natura del prodotto, se non sbaglio.»

«Elicotteri» dissi. Non aveva molto senso recitare la parte dello stupido a quello stadio.

«Elicotteri, esatto. Debbo dirle che personalmente non mi piacciono, però mi risulta che sono in grado di svolgere molto bene certe funzioni.» Cominciava a esagerare, a mostrare disgusto per la volgare realtà, per macchine che avevano pagato quel palazzo e, tirando a indovinare, un’altra dozzina di magioni simili, così decisi di essere leggermente più esplicito, per il benessere dell’uomo comune.

«Senza dubbio» dissi. «Gli elicotteri che vende lei potrebbero distruggere un paese di dimensioni medie in meno di un minuto. Assieme a tutti gli abitanti, è sottinteso.»

Lui chiuse gli occhi per un secondo, come se quel pensiero gli provocasse dolore. E magari era davvero così. Ma non durò a lungo.

«Come ho già detto, signor Lang, non ritengo di dovermi giustificare con lei. Non mi interessa a quale uso verrà destinata la mercanzia. La mia preoccupazione, per il bene dei miei amici, e per me, è che la mercanzia trovi acquirenti.» Giunse le mani e aspettò. Come se tutto quanto, ora, fosse un problema mio.

«Allora faccia pubblicità» gli dissi, dopo un po’. «Sulle ultime pagine di Woman’s Own.»

«Hmm» commentò. Quasi fossi un idiota. «Lei non è un uomo d’affari, signor Lang.»

Scrollai le spalle.

«Io invece lo sono, capisce» continuò lui. «Quindi penso che lei debba fidarsi di me per quanto concerne la conoscenza del mercato.» Fu colpito da un’idea, o ne diede l’impressione. «Dopotutto, io non le consiglierei mai come...» E lì si rese conto di essersi fregato da solo, perché nel mio curriculum vitae nulla stava a indicare che sapessi fare bene qualcosa.

«Guidare una moto?» gli suggerii, in spirito di fraternità. Sorrise.

«Come vuole.» Si rimise a sedere sul divano. Più lontano da me, questa volta. «Il prodotto che tratto richiede un approccio più sofisticato delle ultime pagine di Woman’s Own, credo. Se produci una nuova trappola per topi, in questo caso, come dice lei, fai pubblicità a una nuova trappola per topi.



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